Questo tipo di antenna era molto diffuso nel passato per via della buona resa ad un basso costo, purtroppo ora sono fuori produzione da molti anni ormai e, approfittando della quarantena di questo periodo, ho pensato di restaurarla per poi sostituirla a quella sul tetto che, a sua volta mostra evidenti segni di vecchiaia.
L’antenna è molto semplice, ma le parti di plastica inevitabilmente in molti anni, prima si cristallizzano e poi si sbriciolano, specialmente gli spinotti colorati degli elementi che si fissano al boom.
Quindi, una volta denudata dai residui plastici, fantasia e ingegno s’intrecciano assieme a possibili soluzioni, ma visto che per la quarantena è meglio non uscire, bisogna cercar di fare con materiali che si possiedono in casa.
Per i tre direttori e riflettore, i relativi spinotti che s’infilano a pressione al boom, sono stati realizzati con un pezzo di guaina esterna del cavo RG8, più un pezzo di termo-restringente per avere il giusto spessore per una buona tenuta; inoltre, le due fascette laterali garantiscono un ulteriore bloccaggio.
Per il dipolo, ho trovato una scatoletta di plastica, in cui avvitarci al centro un connettore SO239 e i collegamenti al balun.
Originariamente dalla fabbrica, queste antenne avevano un piccolo balun interno per una tenuta di quindici W che, tanti modificavano per caricare più potenza. Il classico balun a trombone è la soluzione che più si presta a quest’antenna, per trasformare i nativi 300 ohm del dipolo ai classici cinquanta.
Il balun è composto di uno spezzone di cavo RG58 lungo mezz’onda, moltiplicando per il coefficiente 0,66 del cavo stesso , ossia:
((299,273/145)/2)*0,66 =0,681 metri
Le due estremità centrali di questo spezzone di cavo, vanno collegate ai due capi del dipolo, le calze tutte assieme e, il centrale del cavo discesa verso l’ RTX indifferentemente su uno dei due capi del dipolo.
Nell’intento che questo restauro sia duraturo nel tempo, tutti i materiali usati, scatoletta, guaine, fascette eccetera sono di colore nero, poichè hanno una maggiore resistenza ai raggi solari ultravioletti.
Ora in fase di collaudo, installata provvisoriamente su un paletto legato alla ringhiera di recinzione con filo di ferro a circa tre metri da terra; i risultati sono stati molto soddisfacenti.
Questo lavoro, certo che non sarà un gran che, ma spero possa essere un riferimento utile per altri radioamatori che, visto la popolarità che aveva questa fantastica antenna, ne avranno anche loro una in garage.
IK3FXF Raffaello